| Giuntoli nasce il 12 febbraio del 1972 a Firenze, ma cresce a Pistoia. Fin da ragazzo sviluppa un particolare feeling con il gioco del calcio, prima da difensore in categorie dilettantistiche, poi da giocatore-dirigente, figura alquanto particolare. Negli anni consegue il patentino da allenatore “B-Uefa”, si laurea all’Isef di Firenze e termina brillantemente il Master di direzione sportiva a Coverciano. La chiamata più importante, fin qui, della sua vita arriva nell’ottobre del 2009. Giandomenico Costi, dirigente del nuovo Carpi FC 1909 di Stefano Bonacini e Claudio Caliumi, chiama Giuntoli a Carpi. Scatta la scintilla, Bonacini gli consegna le redini di tutta la struttura tecnica ed il Carpi cambia faccia. Conquista prima la C2 poi, l’anno successivo, arriva anche la promozione in C1. Nella stagione 2011/2012 arriva ad un passo dalla B, perdendo la finale playoff contro la Pro Vercelli, in un clima surreale a causa del terremoto che ha distrutto la città, lasciando lui stesso fuori dalla casa in affitto. L’appuntamento con il grande salto è rimandato. La stagione 2012/2013 è il suo primo grande capolavoro. A Milano, sponda Inter, si insediano Andrea Stramaccioni e il suo staff tecnico. Andrea Nuti, preparatore dell’Inter del triplete di Mourinho ed ex quattrocentista olimpionico, rimane a piedi. Giuntoli lo chiama, gli spiega il "progetto Carpi" e lui accetta il ruolo di preparatore atletico dei biancorossi. Con Nuti il Carpi cambia passo. Arriva in finale playoff contro il Lecce, vince e conquista la sua prima Serie B. L’artefice, manco a dirlo, è proprio Giuntoli. La miscela funziona: nel 2014 arriva la prima salvezza in B del Carpi, quest’anno un’incredibile Serie A.
Certo, una bella storia, ma chi è Cristiano Giuntoli? Cristiano Guntoli ha cambiato il modo di approcciarsi al calcio. Prima di tutto, la parte atletica di questo sport. Puoi avere dei buoni giocatori in squadra, ma se non sono predisposti fisicamente a reggere i carichi di lavoro e le fatiche di un’intera stagione, allora il loro potenziale verrà dimezzato. Quindi, primo parametro di ricerca: giocatori di nascita e di carattere muscolare predisposti ad un certo tipo di lavoro che fa dell’intensità, della velocità e della resistenza nell’arco dei 90 minuti il primo credo. Esempi? Kevin Lasagna. Fisicamente predisposto a questo tipo di allenamento, ha avuto un miglioramento esponenziale durante tutto l’arco della stagione. Un anno fa giocava in D, ora è ambito da importanti club italiani. Un altro esempio? Riccardo Gagliolo, raccolto dal fallimento della Sanremese quando pensava di smettere di giocare a calcio ed ora colonna portante della squadra. Altre citazioni ce ne sarebbero, da Lorenzo Lollo, scaricato dallo Spezia, a Gaetano Letizia e Antonio Di Gaudio.
Proprio a questi ultimi due nomi si collega il prossimo passo. Giuntoli non è mai stato un raccomandato. Il suo presente se l’è costruito da solo, con fame di vittorie e impegno costante a migliorarsi. Queste due caratteristiche non devono mancare neppure nel suo ambiente. I giocatori devono avere le fame di chi gioca per conquistare qualcosa di importante, giorno dopo giorno, con sudore e fatica. .
Chi è come lui resta, chi non sposa la sua filosofia è fuori. Giuntoli ha il pregio professionistico di non regalare niente a nessuno. Questo a cominciare dalle trattative in sede di mercato, fino ai rinnovi dei singoli. Per dirne una. Kabine, eroe della promozione in Serie B con due gol nelle due gare decisive, è stato messo alla porta perché ritenuto inadeguato alla nuova categoria. Scelte di polso, a volte controcorrente, ma che gli hanno sempre dato ragione. Su questa linea anche la scelta contrattuale degli allenatori. Sempre e solo un anno di contratto. In 6 anni a Carpi, solo Castori è stato confermato per due stagioni consecutive (con due contratti annuali) sulla panchina biancorossa. Solo così puoi stravincere un campionato di Serie B con un budget di 3 milioni di euro.
Se non l’avete ancora capito, Giuntoli è un perfezionista. Nella sua testa tutto può essere migliorato ed elevato fino alla perfezione, dall’altezza dell’erba e dalla tenuta dei campi d’allenamento, passando per i palloni, finendo con il tipo di alimentazione ed il luogo dove vengono consumati i pasti. Niente è lasciato al caso. Elevare tutto al massimo livello di accuratezza significa abbassare sempre di più le variabili che possono influire sulle prestazioni della squadra.
Giuntoli è un fuoriclasse nel suo modo di lavorare, ma ha bisogno del suo spazio. E’ un uomo con le “huevos” belle grosse, sincero nei rapporti, ma spietato nel raggiungere i suoi obiettivi.
Fonte: La Grande storia del Carpi. 1903-2013 dal prato del mercato alla Serie B
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